Noi non ci conosciamo. Penso ai giorni 
 che, perduti nel tempo, c'incontrammo, 
 alla nostra incresciosa intimità. 
 Ci siamo sempre lasciati 
 senza salutarci, 
 con pentimenti e scuse da lontano. 
 Ci siam riaspettati al passo, 
 bestie caure, 
 cacciatori affinati, 
 a sostenere faticosamente 
 la nostra parte di estranei. 
 Ritrosie disperanti, 
 pause vertiginose e insormontabili, 
 dicevan, nelle nostre confidenze, 
 il contatto evitato e il vano incanto. 
 Qualcosa ci è sempre rimasto, 
 amaro vanto, 
 di non aver ceduto ai nostri abbandoni, 
 qualcosa ci è sempre mancato.
				 
				 
				
					 
				 
				 
				
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